Settore idrico, traguardi e mancanze: online il position paper del laboratorio REF
Ambiente

Settore idrico, traguardi e mancanze: online il position paper del laboratorio REF


Il settore idrico italiano è in piena trasformazione. Lo conferma la fotografia scattata dal laboratorio REF, che in un recente position paper analizza i risultati delle modifiche introdotte dal nuovo metodo tariffario (MTI-3) che l'ARERA ha stabilito per il quadriennio 2020-2023. Chiave di volta e direzione a cui tendere, la sostenibilità del comparto.

Comparto idrico: in Italia, le criticità sono molte e complesse. A conclusione del primo biennio di riferimento del nuovo metodo tariffario (MTI-3), che l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha stabilito per il settore idrico nel quadriennio 2020-2023, il laboratorio REF ha pubblicato un position paper (il n.188) che fotografa la situazione attuale, con i suoi traguardi e le sue mancanze.

Osservando le direttrici messe in campo nel MTI-3, l'intento di ARERA era chiaro: spingere il settore verso la circolarità, accostando efficienza gestionale e adozione di politiche sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Ma a che punto siamo? Quanto è stato raggiunto e quanto lavoro c'è ancora da svolgere? Il documento di REF mira appunto a rispondere a tali quesiti, analizzando i numeri riguardanti 81 gestioni, rappresentative del 59% della popolazione italiana totale.

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Cosa rivela l'analisi

L'analisi ha fornito interessanti indicazioni, che riguardano:

  • un elevato fabbisogno di investimenti del sistema idrico;
  • una crescente attenzione dei gestori (e dei regolatori locali tramite la pianificazione) al miglioramento della qualità del servizio;
  • una spinta alla razionalizzazione e alla creazione di operatori industriali di significative dimensioni. Un buon numero di gestioni (31) e buona parte della popolazione (40%), infatti, sono è interessate da fenomeni di aggregazione territoriale e da variazioni di processo;
  • una necessità di un efficientamento dei costi operativi;
  • l'esistenza di realtà mature, in cui il contributo alla crescita della tariffa sarà sempre più riconducibile ai costi di capitale;
  • investimenti programmati in crescita: il dettaglio annuale mostra un valore più contenuto nel 2020 - effetto anche della pandemia che ha rallentato l’attività di cantierizzazione degli interventi- e un salto al valore di 68 euro/pro capite, con un incremento significativo rispetto al secondo periodo regolatorio, quando la media si era attestata a circa 54 euro pro capite.

 

Sostenibilità tra intenzioni e risultati

Con l’introduzione del nuovo metodo ARERA intende dunque traghettare il settore idrico verso una crescente, reale consapevolezza e un'altrettanto tangibile sostenibilità ambientale e sociale.

Fatto salvo il significativo incremento degli investimenti programmati rispetto al periodo regolatorio precedente, nonché il miglioramento della “qualità” dell’allocazione del denaro, il sistema mostra una costante crescita della componente riferita ai costi di capitale. L'analisi riconduce tale flessione proprio agli interventi associabili agli costi ambientali delle risorse e al meccanismo di efficientamento introdotto da ARERA, con il quale una parte dei gestori è stato chiamato a restituire all’utenza una quota parte dei margini operativi ottenuti negli ultimi anni.

Se, dunque, appare evidente che la direzione intrapresa sia quella giusta” avverte il laboratorio REF a commento del documento, “tocca tuttavia ai gestori e agli Enti di Gestione d’Ambito o EGA l’onere e l’onore di mettere in campo la giusta sinergia per cogliere questi auspici nell’attività di pianificazione”.

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