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33la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
Al ruolo dei social media nel rapporto
del cittadino con la salute e con i profes-
sionisti della promozione della salute è
dedicato questo Dossier curato da Giu-
seppe Fattori, presidente del Coordina-
mento Nazionale Marketing Sociale.
I social media sono in grado di esaltare
e dare concretezza alla parola d’ordine
della stessa promozione della salute:
partecipazione.
I contributi di Fattori analizzano l’argo-
mento da un punto di vista teorico con
una ricca bibliografia e riportano sintesi
di esperienze realizzate.
A seguire un “doppio contributo” Social
media: la via da seguire o una perdita di
tempo per i medici? Matthew DeCamp,
Anne Marie Cunningham esprimono
posizioni opposte sul ruolo dei media
per i professionisti della salute: un’oc-
casione di dibattito e riflessione.
Il corposo articolo di M. Bardus, (tra-
duzione curata da Elena Barbera ed
Eleonora Tosco - DORS Piemonte) ri-
porta una esplorazione della letteratura
scientifica sui risultati dell’utilizzo dei
media sociali in campagne o interventi
di comunicazione per la salute, a partire
dall’individuazione dei temi trattati, tipi
di media sociali utilizzati, e dati sul loro
impatto nel modificare comportamenti
legati alla salute.
In conclusione una sintesi-estratto da
The Health Communicator’s Social
Media Toolkit, curato dalla Division of
News and Electronic Media, Office of
the Associate Director of Communica-
tion at the Centers for Disease Control
and Prevention (CDC).
Disconnect ,Henry Alex Rubin, 2012
Social media e promozione della salute
a cura di Giuseppe Fattori
34la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
DossierDossier
Matrix,Andy e Larry Wachowski, 1999
La rivoluzione digitale porta con sé no-
vità e trasformazioni che stanno cam-
biando anche la “galassia salute”. Le
nuove piattaforme trasformano il modo
in cui i cittadini e gli operatori sanitari
interagiscono quotidianamente; usate
in modo corretto rappresentano una
nuova opportunità per costruire comu-
nità sostenibili e riorientare i compor-
tamenti. Miliardi di utenti attraverso
Instagram, Facebook, Twitter e You-
Tube possono interagire, condividere
contributi, creare scambi tra individui
e gruppi e costruire una nuova comu-
nicazione che prende il nome di Web.2
(Hesse 2012). Internet, app, mobile e
gli strumenti del web 2.0 consentono
una diffusione tanto rapida quanto ca-
pillare di queste conquiste nella “Pro-
mozione della salute” con un’evoluzio-
ne costante e progressi quotidiani.
È molto difficile cristallizzare realtà di-
namiche e in continuo aggiornamento
come il Web 2.0 e le nuove tecnologie;
lo è ancora di più se si desidera far luce
sulle loro implicazioni in un universo
complesso e delicato come quello della
salute e della sua promozione.
Grazie al web 2.0 anche i pazienti ri-
vendicano un ruolo attivo e chiedono
di partecipare alle decisioni che riguar-
dano la loro salute Citizen included
(Dave de Bronkart 2014).
I nuovi protagonisti del mondo del-
la salute saranno dunque i cittadini
per i quali l’accesso alle tecnologie e
alle informazioni cambierà il modo di
rapportarsi con gli operatori sanitari e
con la ricerca clinica. Ma la strada per
soddisfare i bisogni delle persone passa
dalla partecipazione: il coinvolgimento
dei cittadini è fondamentale per un’ef-
ficace promozione della salute, per an-
dare oltre il semplice raggiungimento
del pubblico target, per influenzare
cambiamenti in maniera sostenibile e
arrivare alla co-creation di nuovi com-
portamenti (Kite 2016).
Giuseppe Fattori
Introduzione
35la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
The Circle, James Ponsoldt, 2017
Giuseppe Fattori
Salute e Web 2.0
I social media raggiungendo un pub-
blico molto ampio possono favorire la
riduzione delle disuguaglianze sociali
(Ramanadhan 2013) e aumentare l’ef-
ficacia dei programmi di promozione
della salute che cercano di cambiare i
comportamenti (Laranjo 2013).
Le piattaforme di social networking han-
no aumentato il sostegno tra pari (Farmer
2009) e aiutato popolazioni emarginate e
svantaggiate con basso livello di alfabe-
tizzazione (Veinot 2009).
La partecipazione dei cittadini ai pro-
grammi di promozione della salute non è
semplice ma se ci riusciamo aumentano
le probabilità di successo (Evans 2016). 
Con la nascita dei servizi web di se-
conda generazione, comunemente noti
come web 2.0, è stata fornita una pos-
sibilità di interazione e condivisione
praticamente illimitata, in special modo
grazie all’impiego dei social network
(Instagram, Facebook, Twitter, Forum e
Blog) e delle tecnologie mobile.
Questa rivoluzione tecnologica e infor-
mativa ha coinvolto ampiamente anche
il campo della salute e della sua promo-
zione: la modalità di trasmissione del
sapere tra utenti e professionisti si è tra-
sformata radicalmente (McDaid 2010).
Le innovazioni citate hanno contribui-
to alla diffusione dei social media nella
promozione della salute. I social media
consentono una grande facilità di scam-
bio di dati e esperienze riguardanti il
proprio stato di salute. È a questo livel-
lo del processo che si dovrebbe inseri-
re la promozione: ad un cambiamento
informativo dettato dalle innovazioni
tecnologiche e dalla rete non può non
corrispondere un diverso modo di pro-
muovere la salute che tenga conto del
nuovo scenario. Se l’obiettivo di una
campagna di promozione della salute
consiste nell’informazione e sensibi-
lizzazione degli individui su un proble-
ma specifico in modo da creare i pre-
supposti necessari alla modifica delle
idee e comportamenti è necessario non
solo impiegare i messaggi più idonei,
ma anche scegliere i canali ed i mez-
zi adeguati. Fino ad ora le campagne
di promozione in ambito sanitario si
sono basate su strumenti tradizionali,
senza l’ausilio di nuove tecnologie ad
alto coinvolgimento come ad esempio
i social media ed applicazioni mobile.
È improbabile che lo stesso messaggio
riesca a raggiungere efficacemente un
target eterogeneo che necessita sempre
più di contenuti mirati e coinvolgen-
ti. L’uso dei nuovi media, in partico-
lare degli strumenti del web 2.0, può
aiutare in maniera significativa a rag-
giungere efficacemente il pubblico di
riferimento; è necessario perciò favo-
rire una nuova idea di promozione che
tenga conto e valorizzi sinergicamente
le grandi potenzialità che la tecnologia
ci offre. Occorre riaffermare che l’in-
novazione è l’unica strada per riproget-
tare una sanità organizzata sulla nuova
domanda di salute e di benessere che
viene dai cittadini.
Entrano in scena nuovi paradigmi nel
campo della salute; innovatori pubblici
e privati si connettono, si confrontano,
dando una dimostrazione concreta di
come si deve collocare al centro del si-
stema il cittadino con le sue necessità.
L’introduzione di internet nel cam-
po della salute ha avuto un effetto di-
rompente perché ha creato un vero e
36 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
proprio spartiacque tra il concetto di
salute classico e quel che oggi potrem-
mo chiamare salute 2.0: anche la pro-
mozione della salute deve tener conto
di questa rivoluzione. Uno dei primi
autori che in letteratura ha affrontato
l’interessante tematica è stato Kerry E.
Evers già nel 2006. Nell’articolo “eHe-
alth promotion: the use of the Internet
for health promotion” si indaga l’uso di
Internet per la promozione della salute
ed in particolare sono analizzati i trend
di crescita, l’applicabilità generale e le
strategie di valutazione per interventi
on-line (Evers 2006).
Il lavoro di Evers ha gettato le basi
per quel che sarebbe stata l’evoluzio-
ne della promozione della salute negli
anni successivi: si va sempre più verso
interventi di promozione della sanità
elettronica. Sempre nel 2006 supporta
le idee di Evers anche Peter Korp nel-
lo studio “Health on the Internet: Im-
plication for Health Promotion” che si
concentra in particolare sul concetto di
empowerment (Korp 2006).
Grazie all’avvento di internet si acce-
de più facilmente alle informazioni,
si creano maggiori contatti sociali e
network, il cittadino è più informato
sulla propria salute. Non mancano però
degli aspetti problematici come il digi-
tal divide, la valutazione e l’affidabilità
delle fonti, il forte controllo di tecni-
ci ed esperti, un eccessivo aumento
della medicalizzazione e il salutismo.
Il compito di un buon promotore del-
la salute perciò, è quello di progettare
strategie in grado di rafforzare la capa-
cità degli utenti di valutare le diverse
fonti di informazione in relazione ai
propri interessi e bisogni, piuttosto che
in relazione a standard scientifici e/o
professionali (Fattori 2016).
Con la diffusione di internet dunque
entra in scena l’eHealth con l’eHealth
Promotion.
I programmi che si basano sulla eHeal-
th promotion automatizzano le raccolte
di dati e garantiscono una maggiore in-
terattività e flessibilità.
Occorre dunque concentrare gli sforzi
nel coniugare la promozione della sa-
lute con l’eHealth. In un recente lavoro
della commissione della Comunità Eu-
ropea si descrive l’eHealth come uno
strumento utile sia per i professionisti
della salute sia per i pazienti.
Parlando di tecnologie di comunica-
zione interattiva (Ratzan 2011) stiamo
vivendo un’epoca di opportunità mai
avute prima. Le cosiddette tecnologie
partecipative, come il Web 2.0 e le sue
estensioni, devono essere ben sfruttate
ed usate sia dai potenziali pazienti sia
dagli stakeholder. Grazie alla sempre
più crescente salute digitale oggi sia-
mo in grado di sviluppare strategie di
comunicazione della salute efficaci nel
prevenire, soccorrere e supportare i pa-
zienti in qualsiasi luogo essi risiedano.
Fra tutti gli strumenti introdotti negli
ultimi anni, senza dubbio app e social
media sono quelli che hanno avuto
l’impatto più significativo tanto che, in
sanità, si può parlare di un pre e post
web 2.0, così come di un pre e post
e-Health. Edward Bennett, nel testo
“Bringing the Social Media Revolu-
tion to Health Care”, è uno dei primi
a credere nel potere dei social media
nell’Health care (Bennett 2012).
Gli ospedali devono fronteggiare e ge-
stire questo cambiamento radicale im-
parando ad utilizzare questi strumenti
di dialogo con le comunità, ridisegnan-
do la propria organizzazione, incorag-
giando la partecipazione, costruendo
una rete di professionisti, condividen-
do idee (Aase 2012).
Un pioniere nell’uso dei social media
in medicina è Bertalan Meskò, fonda-
tore di Webicina ed autore di “Social
Media in Clinical Practice” (Meskò
2013). Secondo Meskò i social hanno
cambiato il mondo dell’Health care.
Web 2.0, internet, social media sono
rappresentazioni dello stesso concetto:
la comunicazione digitale.
I social media possono facilitare la co-
municazione, l’interazione medico/pa-
ziente. L’obiettivo finale non è quello
che ogni professionista sanitario diven-
ga un blogger o un esperto di Twitter
ma che ognuno di essi possa scegliere
le piattaforme, gli strumenti, le soluzio-
ni che facilitino il proprio e personale
flusso comunicativo con i pazienti, con
le comunità.
Un’importante associazione medica
come l’ASCO (American Society of
Clinical Oncology), attraverso il suo
portale aiuta gli oncologi a compren-
dere ed impiegare Twitter, sostenendo
l’arricchimento reciproco per quegli
specialisti che grazie al social possono
meglio confrontarsi con colleghi, pa-
zienti e caregiver.
Il tema dunque è molto attuale, in spe-
cial modo se entrano in gioco le ap-
plicazioni mobile, negli ultimi tempi,
protagoniste nel campo dell’eHealth.
La flessibilità, l’innovatività e la faci-
le integrazione con tutti i dispositivi
portatili (smartphone, tablet) le ha rese
cardini del nuovo concetto di salute
elettronica.
In una stessa app troviamo prevenzione
e salute; la “mobile health” non è più
semplicemente un fenomeno, ma una
realtà con la quale ci si deve confron-
tare in una società che ha scoperto le
incredibili potenzialità di smartphone e
tablet e non ne vuole (e forse non può)
più farne a meno.
37la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
La proliferazione degli smartphone,
dunque, ci sta abituando all’idea che
per tutto ci sia una App. Nella lettera-
tura internazionale si studia l’utilizzo
delle applicazioni per mobile nell’am-
bito della lotta al fumo e all’abuso di
alcol, del contrasto alla diffusione
dell’HIV/AIDS (Fattori 2019) nel so-
stegno alla corretta alimentazione e
all’attività fisica. Secondo l’articolo
“Health-Promoting Apps a Content
Analysis” di Barrett, West, Hanson e
Barnes, le app rappresentano, dunque,
un aiuto concreto anche nella promo-
zione della salute (Barret 2011).
Le app disponibili oggi nell’area sa-
lute si suddividono principalmente in
cinque macro-aree: dieta, esercizio fi-
sico, salute e cura personale, sessualità
e disturbi del sonno. Tutte le applica-
zioni secondo gli autori permettono
una maggior diffusione di informazio-
ni fra la popolazione e rendono inclini
gli utenti all’attuazione di determinati
comportamenti.
Accanto a ricerche che suggeriscono
l’uso delle app e guardano ad esse in
maniera positiva, non mancano tuttavia
studi che mostrano alcune criticità. Un
articolo pubblicato dal Journal of Me-
dical Internet Research “There’s an app
for that: content analysis of paid health
and fitness apps” ha analizzato alcune
applicazioni per smartphone dedica-
te alla salute, in particolare al fitness,
provando a fare il punto sul potenziale
impatto di ciascuna nel cambiamento
dei comportamenti. Uno sguardo cri-
tico che sottolinea come poche appli-
cazioni siano sviluppate rispettando le
più consolidate teorie di promozione
della salute (West 2012).
Alla fine degli anni novanta si comin-
ciarono a comprendere le potenzialità
di internet; oggi le aziende sanitarie,
ospedaliere, gli istituti di ricerca, do-
vrebbero presidiare i “luoghi” in cui
pazienti si confrontano, si informano,
si supportano, abbracciando ed affron-
tando la rivoluzione social. A questo
ulteriore livello la strategia diventa
punto focale.
I social media sono strumenti basati su
Internet che nascono e sfruttano le pre-
messe ideologiche e tecniche del Web
2.0 e che permettono la produzione e
lo scambio di “user generated content”
(Kaplan 2010). Adattarsi ai cambia-
menti diventa essenziale, in special
modo se parliamo di salute. Va ricono-
sciuta la complessità delle interazioni,
delle comunicazioni e le implicazioni
che si possono generare attraverso il
contatto diretto dei professionisti della
sanità con l’utente/paziente.
Con l’unione tra Web 2.0 e salute, si
viene a creare un nuovo settore di ri-
cerca, nel quale la promozione della
salute gioca un ruolo centrale.
Considerata la complessità dell’argo-
mento l’intento è quello di tracciare e
descrivere un percorso che parte dal
concetto di promozione della salute e
termina nell’eHealth passando per il
Web 2.0 ed i social media.
Per parlare di Promozione della Salute
e di suoi sviluppi dobbiamo prima defi-
nire le competenze che tutti coloro che
desiderano operare nel settore devono
possedere.
In tale direzione, il progetto Develo-
ping Competencies and Professio-
nal Standards for Health Promotion
Capacity Building in Europe (Com-
pHP) che vede la partecipazione di
24 paesi in tutto il mondo coordinati
dall’Ufficio Europeo dello IUPHE, si
pone come obiettivo l’individuazione
delle competenze di base degli opera-
tori (sanitari e non) per la promozione
della salute (Speller 2016). Il progetto
Black Mirror, Netflix 2012
38 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
propone alcuni obiettivi rilevanti per lo
sviluppo professionale del settore della
Promozione della Salute e ne presenta
gli standard professionali. Il documen-
to descrive i programmi, le politiche e
altri interventi di promozione della sa-
lute.
I valori etici sono fondamentali per
le azioni in Promozione della salute e
formano il contesto in cui tutte le al-
tre competenze vengono praticate. Essi
includono: equità, giustizia sociale,
rispetto per l’autonomia e la scelta di
individui e di gruppi di processi di la-
voro che si basano sulla collaborazione
e consultazione. I nove standard indivi-
duati dal Progetto CompHP sono:
-	 Favorire il cambiamento di com-
portamento attraverso l’empower-
ment e la partecipazione del cittadino
-	 Migliorare la salute e il benessere
facilitando comunità e gruppi ad ar-
ticolare le loro esigenze e sostenere
lo sviluppo di politiche e procedure
in tutti i settori che hanno un impat-
to positivo sulla salute
-	 Mediare attraverso il partenaria-
to, costruire partnership di successo
attraverso il lavoro collaborativo e
facilitare lo sviluppo e la sostenibi-
lità delle coalizioni e reti per l’azio-
ne di promozione della salute
-	 Comunicare azioni di promozione
della salute attraverso tecniche e
tecnologie adeguate per un pubblico
eterogeneo
-	 Leadership, attraverso il lavoro
con i portatori di interesse per con-
cordare una visione condivisa e una
direzione strategica
-	 Analizzare i bisogni e le risorse in
collaborazione con gli stakeholder,
nel quadro dei determinanti politici,
economici, sociali, culturali, am-
bientali, comportamentali e biologici
-	 Pianificare attraverso lo sviluppo
di obiettivi di promozione della sa-
lute misurabili e obiettivi basati sul-
la valutazione delle esigenze e delle
attività in collaborazione con le par-
ti interessate. Mobilitare, sostenere
e coinvolgere la partecipazione dei
soggetti interessati nella pianifica-
zione di azioni di promozione della
salute
-	 Attuare azioni efficaci ed efficienti
in collaborazione con le parti inte-
ressate
-	 Valutare l’impatto e l’efficacia del-
le azioni di promozione della salute.
Nella promozione della salute i social
media possono essere utilizzati come
medium per favorire l’empowerment
del cittadino, migliorare la salute ed il
benessere, mediare attraverso il parte-
nariato, comunicare, analizzare/racco-
gliere dati, attuare, valutare e ricercare.
39la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
Ready Player One, Steven Spielberg, 2018
Giuseppe Fattori
Dai Social Network ai Social Media
La storia dei social network inizia molto
prima di internet; il lavoro di Eulero e
la sua teoria dei grafi che sta alla base
dell’intera teoria delle reti di oggi risa-
le al 1736. La rete sociale è costituita
da un gruppo di persone connesse tra
loro attraverso legami di differente na-
tura (affettivi, professionali, religiosi,
ecc…). Da questi primi studi i social
network non hanno mai smesso di svi-
lupparsi; con gli inizi degli anni 2000
ecco apparire sulla scena i primi servizi
collaborativi quali Wikipedia, YouTube
e Facebook. Il Web 2.0 stava sorgendo
dalle ceneri della crisi del 2001. A parti-
re dai primi anni del nuovo millennio, la
timeline dei social network corre velocis-
sima: nel 2003 viene introdotto LinkedIn,
nel 2004 va on-line Facebook, nel 2005
YouTube, nel 2006 apre i battenti un ser-
vizio di microblogging minimalista come
Twitter, nel 2010 Instagram.
La modalità di interazione in rete (profilo,
collegamento o amicizia, messaggio, sta-
tus, commento ecc…) si è affermata velo-
cemente divenendo lo standard con cui le
persone si sono abituate ad interagire.
Compiendo un passo in avanti i Social
Network sono uno degli elementi cardine
di una “rivoluzione” di più ampio respiro
che va incasellata sotto il nome di Social
Media. Con questo termine si intende un
gruppo di tecniche e norme di creazione
e condivisione di contenuti on-line. È un
mutamento dei ruoli: i fruitori diventano
anche produttori di contenuti.
Gestire al meglio i social media significa
elaborare campagne digitali multicanale
con social media, siti web, app, mobile,
tecnologia indossabile dove i social media
si integrano con gli strumenti di comunica-
zione tradizionale.
Cerchiamo di definire l’ambito di azione
e conoscere i social media più in uso oggi.
Social media
I social media sono una costellazione di
strumenti e tecnologie che consentono
conversazioni peer-to-peer e co-crea-
tion. Ciascuno di questi strumenti ha ca-
ratteristiche diverse e trova applicazioni
differenti rispetto alla promozione della
salute.
A tale scopo i social media sono stati di-
stinti in (De Angelis 2018):
-	 progetti collaborativi come wiki-
pedia: sono siti Web che consentono
agli utenti di aggiungere, rimuovere
e modificare il contenuto basato su
testo e abilitare la creazione con-
giunta e simultanea di contenuti da
parte di molti utenti finali”;
-	 community di contenuti come
Youtube, Instagram e Podcast:
permettono agli utenti di condividere
contenuti multimediali come video,
fotografie e audio;
-	 blog e microblogging come Twitter:
sono siti Web specifici che forniscono
informazioni in formati diversi, parti-
colarmente apprezzati dalle reti pro-
fessionali;
-	 social network come facebook:
sono applicazioni che consentono
agli utenti di connettersi creando
profili di informazioni personali, in-
vitando amici e colleghi ad accedere
a tali profili e inviando messaggi di
posta elettronica e messaggi istanta-
nei tra loro;
-	 mondi virtuali come second life:
sono piattaforme che replicano un
ambiente tridimensionale in cui gli
utenti possono apparire sotto forma
40 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
di avatar personalizzati e interagire
l’un l’altro come nella vita reale;
-	 forum di discussione: permettono
ai partecipanti di conversare usando
messaggi postati; sono stati consi-
derati una forma di social media in
quanto incorporano contenuti gene-
rati dagli utenti.
I social media non sono soltanto mez-
zo di intrattenimento, ormai fanno parte
della nostra vita. Occorre perciò adotta-
re un approccio professionale ai social e
darsi una social media strategy.
Le social media strategy possono essere
ricondotte dentro alcune tipologie più
comuni:
-	 Le strategie di presidio che mirano
a stabilire una presenza dell’azien-
da il più ampia e massiccia possibi-
le in termini contenutistici e senza
una scadenza prefissata. Si tratta di
strategie dispendiose in termini sia
economici che di risorse (personale
dedicato ecc…). Le strategie di pre-
sidio, una volta adottate, richiedono
un sistema di metriche innovativo e
preciso per calcolare il ROI (Return
on Investiment). Un servizio come
Facebook si presta bene allo svilup-
po di una strategia di questo tipo.
-	 Le strategie di promozione sono
quelle intraprese dalle aziende a
supporto di un lancio di una cam-
pagna o di una iniziativa. Sovente
tali strategie vengono supportate da
un rilevante investimento in media.
Sono strategie mirate ed hanno limiti
temporali.
-	 Le strategie di progetto hanno sem-
pre un carattere di temporaneità ma
sono meno limitate ad uno specifico
soggetto/argomento. L’organizza-
zione tende a lavorare sullo specifico
obiettivo da conseguire. Le strategie
progetto perché abbiano successo
devono rivolgersi alla community
adatta.
-	 Le strategie di ascolto rappresenta-
no la via per quelle aziende che per
scelta o attendismo hanno deciso di
confrontarsi con i social solo in fase
“passiva”. I limiti delle strategie di
solo ascolto sono palesi poiché esse
non sfruttano i social per la comuni-
cazione. In ogni caso non precludo-
no la possibilità di intervento in un
secondo momento e rappresentano
un’opzione che se gestita bene può
rivelarsi utile.
Nella promozione della salute non si
potrà prescindere da indicazioni precise
per determinare gli obiettivi strategici.
L’importanza di stabilire priorità e
obiettivi è sottolineata anche da Lee
Aase della Mayo Clinic Center for So-
cial Media nei sette punti da tener pre-
senti per una strategia sui social media
(Aase 2012):
1.	 Iniziare da priorità e obiettivi;
2.	 Acquisire familiarità con gli stru-
menti;
3.	 Avviare una strategia dall’osserva-
zione e dall’ascolto;
4.	 Chiedere aiuto;
5.	 Prestare attenzione alle norme della
community;
6.	 Non essere sopraffatti dai puristi;
7.	 Ricordarsi che la pianificazione è più
importante dei piani.
I social media cambiano il modo di co-
municare e gli obiettivi organizzativi
devono essere riprogettati per coinvol-
gere le persone. Inoltre, la scelta del tar-
get di riferimento influenzerà la scelta
del canale. Dedicare tempo allo svilup-
po e al mantenimento della presenza sui
social media sarà improduttivo se non si
decide come usare il canale scelto.
In particolare dobbiamo definire gli
obiettivi (ad esempio promuovere l’a-
zienda o creare una presenza online per-
sonale) e progettare una buona strategia
in base ai nostri bisogni: per brevi con-
versazioni ad esempio si può utilizzare
Twitter, per condividere invece opinio-
ni, saggi, presentazioni è meglio usare
un blog.
Alcune importanti indicazioni (Meskò
2012):
-	 Non mescolare vita professionale e
personale on-line;
-	 Essere aperti alle discussioni;
-	 Comunicare come si farebbe nella
vita reale;
-	 Essere coerenti;
-	 Mettere sempre impegno e rigore in-
tellettuale.
Social media e promozione della salute
Le linee guida del CDC di Atlanta pro-
pongono l’uso innovativo del Social
Media nella promozione della salute. In
tale direzione i social media e le tecno-
logie di comunicazione mobile favori-
scono:
-	 l’immediatezza dell’informazione;
-	 la condivisione di contenuti con i
partner;
-	 la personalizzazione dei messaggi;
-	 la facilità di integrazione fra Enti ed
Istituzioni diverse;
-	 un sostegno verso la scelta di adotta-
re comportamenti salutari.
I social media non eliminano le disparità
tra gruppi ma possono ridurre le disugua-
gliane dovute al digital-divide e ai di-
versi livelli di alfabetizzazione sanitaria
(Bodie 2008) grazie al il basso costo e
alla crescente diffusione di Internet.
Piattaforme popolari come Facebook In-
stagram o Twitter hanno permesso a una
miriade di nuove voci di emergere nel-
la sfera sociale dei media in cui singoli
individui possono essere presenti come
grandi aziende, ricercatori e governi.
41la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
L’evoluzione dei media introduce nuove
problematiche dovute alla veridicità dei
dati, alle fakenews e alla privacy.
I promotori della salute non possono
più basare la loro autorevolezza soltan-
to sulla posizione sociale, i social media
offrono al pubblico mezzi uguali o mag-
giori dei professionisti per agire su que-
stioni controverse come le vaccinazioni
o le medicine alternative.
Integrando il web 2.0 nelle dinamiche di
promozione della salute, l’aspetto della
valutazione risulta rilevante. In fase di
programmazione si dovrebbe stabilire il
motivo per il quale si intende utilizzare
quel determinato social e riconoscere il
contributo che questo ultimo può offrire
nell’adozione di stili di vita salutari.
Nonostante l’uso crescente dei social
media, dobbiamo fare ancora molta
strada sull’appropriatezza nel loro uso
per promuovere la salute e sulla loro va-
lutazione.
Per approfondire questa dimensione
sono stati valutati (Neiger 2012):
-	 gli scopi dei social media nella pro-
mozione della salute;
-	 i potenziali KPI (Key Performance
Index) associati a questi scopi;
-	 le metriche di valutazione per i so-
cial media relativi ai KPI.
Her, Spike Jonze, 2013
42 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
Ready Player One, Steven Spielberg, 2018
Giuseppe Fattori
Esperienze
I social media hanno una grande diffu-
sione, tuttavia la rapidità dei cambia-
menti rende difficile la loro valutazione
nelle tematiche complesse della salute
pubblica.
Abbiamo selezionato progetti che, cia-
scuno per le sue peculiarità, adottassero
i social media nella promozione della
salute su piattaforme diverse ma sempre
collegati a obiettivi di salute pubblica
partecipata:
-	 Social Networking Technologies as
an Emerging Tool for Hiv Preven-
tion (Young 2013)
Affrontare le popolazioni a rischio tra
gli utenti di Internet è particolarmente
importante perché coloro che cercano
il sesso su Internet possono essere più
esposti al rischio di Hiv. Questo inter-
vento di 12 settimane ha dimostrato che
i partecipanti che hanno ricevuto infor-
mazioni sulla prevenzione dell’HIV via
Facebook avevano più probabilità di
richiedere il test HIV rispetto a coloro
che avevano ricevuto informazioni sulla
salute in generale. Questi interventi, at-
traverso la figura di peer della comunità
on line, hanno consentito l’incremento
dell’uso del preservativo e la diminu-
zione dei rapporti non protetti. Le co-
munità sui social network sono conside-
rate strumenti efficaci per aumentare la
richiesta del test HIV tra le popolazioni
a rischio.
-	 Obesity in the New Media: a con-
tent analysis of obesity videos in
YouTube (Yoo 2012)
Sul tema obesità, a partire da Marzo
2010, sono stati trovati più di 12.000 vi-
deo e i più popolari tra questi sono sta-
ti visualizzati più di 9 milioni di volte
dagli utenti di YouTube. La ricerca sul
sito YouTube è stata fatta attraverso le
parole-chiave “obesità” e “obeso” nel
marzo 2010. Le ricerche attraverso la
parola-chiave “obesità” hanno prodotto
38.000 risultati, mentre quelle con la pa-
rola “obeso” 37.500. Le persone obese
sono associate a caratteristiche negative
molto più di quelle normopeso e sono
soggette a molti più giudizi negativi e
o stigmatizzazioni. In ogni singola ca-
tegoria di video di YouTube l’alimen-
tazione non salutare e uno stile di vita
sedentario sono stati raffigurati come le
principali cause dell’obesità.
I video stessi, in tutti i diversi format,
hanno quindi consigliato come migliore
soluzione per contrastare l’obesità quel-
la di modificare i comportamenti indi-
viduali (fare attività fisica o mangiare
sano).
-	 Remote and web 2.0 interventions
for promoting physical activity
(Foster 2013)
Svolgere attività fisica in quantità in-
sufficiente comporta un aumento del ri-
schio di malattie croniche, di problemi
fisici e mentali. La pratica di un’attività
fisica regolare dovrebbe essere un obiet-
tivo per tutti gli adulti e può produrre
benefici sia sul piano sociale che fisico
ed emozionale. Da un totale di 11 studi
sono stati reclutati 5862 adulti apparen-
temente in buona salute, ed è emerso
che l’uso delle tecnologie è apprezzato
per supportare gli adulti a diventare più
attivi, raggiungere il carico di attività
settimanalmente raccomandato o essere
più in forma. I cambiamenti possono es-
sere ottenuti con l’aiuto proveniente da
43la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
un professionista e attraverso un perso-
nale supporto via telefono, e-mail o in-
formazione scritta.
-	 An online community improves
adherence in an internet-media-
ted walking program. Results of
a randomized controlled trial (Ri-
chardson 2012)
Gli interventi di promozione della sa-
lute tradizionali non possono produrre
miglioramenti negli stili di vita della
popolazione quanto gli interventi basati
sull’uso di Internet, che invece possono
essere ampiamente diffusi a un costo ri-
dotto.
Le comunità online, come quelle per i
programmi di cammino, permettono ai
partecipanti di comunicare tra loro in-
viando e leggendo i messaggi.
Tutti i partecipanti (n = 324) hanno in-
dossato il contapassi per le 16 settimane
e hanno caricato i dati on line.
Il ricorso alla comunità on-line per un
programma di cammino con l’uso di
Internet non ha aumentato in media il
numero dei passi contati, ma ha ridotto
l’abbandono da parte dei partecipanti.
Le comunità online possono essere un
approccio promettente per ridurre l’ab-
bandono di attività di salute, in partico-
lare nelle popolazioni con basso suppor-
to sociale.
Web 2.0 and beyond: risks for sexual-
ly transmitted infections and oppor-
tunities for prevention (Cornelis 2009)
La continua crescita di Internet come
mezzo di comunicazione ha avuto im-
portanti implicazioni anche sulla tra-
smissione e la prevenzione delle infe-
zioni sessualmente trasmissibili (IST).
Lo scopo di questa revisione è quello di
descrivere i recenti sviluppi in un cam-
po in rapida evoluzione.
Il punto di incontro tra Internet e le ma-
lattie sessualmente trasmissibili (MST)
è descritto in tre prospettive: Internet
come ambiente di rischio, un luogo in
cui possono essere reclutati partner
sessuali; Internet come un luogo in cui
possono essere eseguiti interventi di
prevenzione di salute pubblica finaliz-
zate alla prevenzione di malattie ses-
sualmente trasmissibili ed HIV; Inter-
net come un ambiente di lavoro sempre
più importante per tutte le discipline di
prevenzione MST. La revisione mette
in luce i recenti sviluppi ed identifica
potenziali strade per la ricerca futura.
L’interattività crescente di Internet, in
particolare i siti social networking che
consentono agli utenti di condividere
da vicino quantità illimitate di infor-
mazioni personali con i loro coetanei in
rete, incrementa il potenziale di Internet
come ambiente sia per il rischio di IST
sia per la sua prevenzione.
-	 Smoking cessation support deli-
vered via mobile phone text mes-
saging (txt2stop): a single-blind,
randomised trial (Free 2011)
Programmi di disassuefazione dal fumo
basati su messaggi di testo da telefono
cellulare possono incrementare la di-
smissione dal fumo nel breve termine. I
fumatori disposti a fare un tentativo per
smettere (5800), sono stati assegnati a
un gruppo di controllo in modo casuale,
utilizzando un sistema di randomizza-
zione telefonica indipendente: il pro-
gramma per la cessazione dal fumo è
stato chiamato txt2stop. I messaggi in-
viati erano di carattere motivazionale e
comportamentale.
In base ai risultati ottenuti ne consegue
che il programma di cessazione tabagica
txt2stop ha migliorato significativamen-
te i tassi di dismissione in un periodo di
6 mesi e può essere incluso nei servizi
che mirano alla disassuefazione dal ta-
bacco.
-	 Youth drinking cultures, social
networking and alcohol marke-
ting: implications for public health
(McCreanora 2013)
Milioni di post in bacheca, profili e foto
che girano sull’alcol giocano un ruolo
importante nella normalizzazione del
bere alcol all’interno della vita e della
cultura dei giovani. I Social Network
possono essere utilizzati in positivo in
sanità, per incoraggiare i giovani bevi-
tori a cambiare le loro pratiche in modo
responsabile.
Gli utenti dei Social Network da un
lato possono beneficiare della creazio-
ne e condivisione di contenuti, dall’al-
tro rappresentano un bersaglio di facile
raggiungimento da parte dei venditori di
alcolici. Le caratteristiche che rendono
popolare i Social Network, non regola-
mentati e probabilmente incontrollabili,
avvicinano sempre di più i produttori di
alcol ai consumatori.
-	 Social Media and Organ Donor
Registration: The Facebook Effect
(Cameron 2013)
Uno studio pubblicato sull’ American
Journal of Transplantation da ricercatori
della Johns Hopkins University di Bal-
timora ha dimostrato che Facebook ha
effettivamente sensibilizzato i cittadini
sulla donazione degli organi.
Il 1° maggio 2012, il social network Fa-
cebook ha modificato la sua piattaforma
per consentire ai membri di specificare lo
status Organ Donor sul proprio profilo.
Tale scelta è stata condivisa sulla pagina
degli amici tramite notifica ed il tutto è
stato arricchito con l’invio di link educa-
tivi sulle tematiche della donazione.
44 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
Il primo giorno dell’iniziativa “Organ
Donor” su Facebook, si è registrato un
aumento del numero effettivo di nuovi
donatori di ben 21,1 volte passando da
una media di 616 registrazioni giorna-
liere a 13054. Complessivamente nel
periodo di osservazione (lo studio è du-
rato 13 giorni) ci sono state 39818 regi-
strazioni, delle quali 32958 attribuibili
all’effetto Facebook.
Nuove applicazioni tramite social me-
dia possono dunque rivelarsi efficaci
nell’incremento dei tassi di donazione
di organi e allo stesso modo potrebbero
essere utilizzate in altri campi di salute
pubblica in cui la comunicazione e l’e-
ducazione risultino essenziali.
-	 “Too Young To Drink”. An inter-
national communication campai-
gn to raise public awareness of
fetal alcohol spectrum disorders
(Bazzo 2017)
Prenatal exposure to alcohol can cause a
range of lifelong physical, behavioural,
and intellectual disabilities, collectively
known as fetal alcohol spectrum disor-
ders (FASDs). FASD is recognized to be
an international public health problem.
Increasing awareness about the risks of
drinking during pregnancy is considered
the first step towards FASD prevention.
They Have organized an international
awareness campaign, called ‘Too Young
to Drink’(Fig. 1) .
The campaign used theoretical models
of social marketing applied to heal-
th promotion. The approach aimed to
spread information among the general
population, sharing ideas and using the
power of the Internet and social me-
dia. The launch followed the methods
of ‘guerrilla marketing’. Social media,
mainly Facebook and Twitter, were
the driving force to the diffusion of the
campaign.
Findings from the campaign ‘TooYoung
to Drink’ showed that it was possible
to develop and carry out an internatio-
nal action to raise public awareness of
FASD, using social marketing strategies
and social media to spread materials and
information on the issue, with a low bu-
dget and in different cultures.
-	 L’allattamento al seno con Start-
4Life su Amazon Alexa (Public He-
alth England)
In Inghilterra i tassi di allattamento al
seno sono tra i più bassi del mondo.
I tre quarti delle donne iniziano l’allat-
tamento al seno quando nasce il loro
bambino, purtroppo tra la sesta e ottava
settimana questo scende al 44%. 
Le mamme sostenute opportunamente
allattano più a lungo.
Il programma Public Health England’s
Start4Life prevede un sostegno per i
genitori in modo che adottino compor-
tamenti sani.
Per la prima volta è disponibile anche
con il servizio vocale di Amazon Alexa.
Le madri possono chiedere ad Alexa
(Fig.2) una serie di domande sull’allatta-
mento al seno e le risposte saranno fornite
su misura per il loro bambino. Ciò signifi-
ca che possono ricevere consigli utili an-
che attraverso comandi vocali.
Un’indagine ha evidenziato che l’accesso
di 24 ore al giorno per 7 giorni alla setti-
mana ad un supporto per l’allattamento al
seno attraverso una linea telefonica, un sito
Web o un chatbot determinerebbe:
-	 maggiori probabilità di avere un’espe-
rienza positiva durante l’allattamento
-	 più probabilità di decidere di provare
l’allattamento al seno (59%)
-	 allattare più a lungo (58%)
Figura 1 - Too Young to Drink 2017
45la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
Figura 3 - Greta Thumberg 2018 https://www.youtube.com/watch?v=VFkQSGyeCWg
(Last accessed August 30, 2019)
-	 #FridaysForFuture “La nostra
casa è in fiamme”  
#FridaysForFuture (Fig.3) è un tema
molto presente sui social media, i gio-
vani hanno utilizzato Instagram, Face-
book, Twitter e YouTube per sostenere
la loro causa.  I social media hanno fa-
cilitato la conoscenza del cambiamento
climatico e la mobilitazione degli attivi-
sti fornendo le piattaforme per discutere
e condividere.
La capacità di queste piattaforme di dif-
fondere video, immagini e testo e di es-
sere in rete hanno permesso la creazione
di un movimento mondiale.
I ragazzi hanno chiesto di intensificare
le azioni per affrontare i cambiamenti
climatici a livello globale e hanno usato
i social media per promuovere attività
offline.
I social media sono in grado di dare vi-
sibilità alle questioni sociali e avere un
effetto concreto sull’opinione pubblica.
Il Global Strike For Future, si è svolto
venerdì 15 marzo 2019, con l’adesione
di circa 90 di Paesi e più di 1.325 città.
Figura 2 - Start4life. Breastfeeding help and
support 2018
La	rivoluzione	tecnologica	(e	sociale)	
Tramite i social media le relazioni umane, le conversazioni e le infor-
mazioni superano le barriere spazio-temporali: oltre alla rivoluzione
tecnologia siamo di fronte ad una rivoluzione sociale. Un mondo nuovo
da conoscere e da interpretare; al di là degli ostacoli che si oppongono
all’innovazione vediamo le enormi opportunità per i social media e la
promozione della salute.
Il nuovo professionista della salute sta assistendo alla più importante ri-
voluzione di tutti i tempi; cambiano le regole, le gerarchie, le competen-
ze. Tutto a una velocità sorprendente.
Il Dr. Google sta cambiando il rapporto medico paziente ed i rapporti tra
cittadini.
I promotori della salute tramite i social media possono sviluppare strate-
gie per coinvolgere il pubblico e favorire l’apprendimento (Norman
2009).
Anche quando i social media sono efficaci nel produrre risultati positivi
per la salute dobbiamo continuamente seguirne l’evoluzione e cambiare
l’approccio degli operatori e dei responsabili politici per adattarci a que-
ste nuove realtà. Tutti i settori della società sono coinvolti e abbiamo an-
che visto che i promotori della salute stanno definendo quali competenze
e valori adottare a livello internazionale. Nelle storie precedenti abbiamo
descritto esperienze di social media per la promozione della salute.
Oggi abbiamo un nuovo alleato, un protagonista che vuole sedersi al ta-
volo delle “regole” per contribuire a definire il suo futuro, I l paziente
Dave che ci dice “niente su di me senza me”; il cittadino competente è in-
teressato a partecipare alla ricerca e alla prevenzione “Citizen included”.
46 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo
Dossier
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47la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo
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Giuseppe Fattori
è Medico con esperienza nella gestione
dei Servizi Sanitari, attualmente lavora nel
campo della promozione della salute.
Le attività di studio si concentrano sul
marketing sociale, i social media e la
promozione della salute. E’presidente
del Coordinamento Nazionale Marketing
Sociale. Ha coordinato il Laboratorio FIASO
(Federazione Italiana Aziende e Ospedaliere)
“Comunicazione e promozione della salute”.
Professore a contratto presso l’Università
di Bologna (corso di Marketing Sociale).
Componente dell’Advisory Board del
“Journal of Social Marketing” e del “Social
Marketing Quarterly”.
Membro dell’ISMA (Associazione
Internazionale Marketing Sociale)
277
gennaio - marzo 2020
SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE
Salute e Web 2.0
Dai Social Network ai Social Media
Esperienze
Social media: la via da seguire o una perdita di tempo per i medici?
L’efficacia del Web 2.0 e dei Media Sociali (Social Media)
per comunicare la Salute
Sezione COVID-19
Da Salute Internazionale
To advocate: sostenere la comunità per il miglioramento della salute
PosteItalianeS.p.A.-SpedizioneinA.P.-D.L.353/2003(conv.
inL.27/02/2004n.46)art.1,comma1,C1/PG/1100
Rivista trimestrale di promozione ed educazione alla salute
ISSN 0391-223X
Questo numero è composto da due Sezioni. La Sezione I è dedicata al Covid-19 e contiene analisi e commenti tratti da Salute
Internazionale.info, coordinato da Gavino Maciocco. Le riflessioni sue e dei suoi collaboratori, distinte per la ricchezza, sensibilità
e profondità, ci sollecitano interrogativi: “Quale SSN dopo la pandemia da Coronavirus? Quale società?” “Non era mai accaduto
che il mondo improvvisamente si fermasse a causa della circolazione di un virus. Il quale ci ha ricordato che il mondo non è così
controllabile, come credevamo. Il quale ci ha fatto scoprire molto più fragili e indifesi di quanto pensassimo. Speriamo di uscirne
migliori”.
Nella seconda Sezione il Dossier programmato con Giuseppe Fattori “Social Media e Promozione della Salute” che contiene i
documenti sui quali Fattori, presidente del Coordinamento nazionale Marketing Sociale e docente all’Università di Bologna, ha
scritto e reperito collaborazioni e materiale. La rivoluzione digitale porta con sé novità e trasformazioni che stanno cambiando anche
la “galassia salute”. Le nuove piattaforme trasformano il modo in cui i cittadini e gli operatori sanitari interagiscono quotidianamente;
usate in modo corretto rappresentano una nuova opportunità per costruire comunità sostenibili e riorientare i comportamenti.
LA SALUTE UMANA pubblicata a cura del
CENTRO SPERIMENTALE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E L’EDUCAZIONE SANITARIA
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
tel. 075 585.7357 / http://cespes.unipg.it
EDIZIONE E DIFFUSIONE
Cultura e Salute Editore Perugia
Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 28166
€ 20,00Stampa Grafox srl Perugia - aprile 2020

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Social media e promozione della salute

  • 1. 33la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Al ruolo dei social media nel rapporto del cittadino con la salute e con i profes- sionisti della promozione della salute è dedicato questo Dossier curato da Giu- seppe Fattori, presidente del Coordina- mento Nazionale Marketing Sociale. I social media sono in grado di esaltare e dare concretezza alla parola d’ordine della stessa promozione della salute: partecipazione. I contributi di Fattori analizzano l’argo- mento da un punto di vista teorico con una ricca bibliografia e riportano sintesi di esperienze realizzate. A seguire un “doppio contributo” Social media: la via da seguire o una perdita di tempo per i medici? Matthew DeCamp, Anne Marie Cunningham esprimono posizioni opposte sul ruolo dei media per i professionisti della salute: un’oc- casione di dibattito e riflessione. Il corposo articolo di M. Bardus, (tra- duzione curata da Elena Barbera ed Eleonora Tosco - DORS Piemonte) ri- porta una esplorazione della letteratura scientifica sui risultati dell’utilizzo dei media sociali in campagne o interventi di comunicazione per la salute, a partire dall’individuazione dei temi trattati, tipi di media sociali utilizzati, e dati sul loro impatto nel modificare comportamenti legati alla salute. In conclusione una sintesi-estratto da The Health Communicator’s Social Media Toolkit, curato dalla Division of News and Electronic Media, Office of the Associate Director of Communica- tion at the Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Disconnect ,Henry Alex Rubin, 2012 Social media e promozione della salute a cura di Giuseppe Fattori
  • 2. 34la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo DossierDossier Matrix,Andy e Larry Wachowski, 1999 La rivoluzione digitale porta con sé no- vità e trasformazioni che stanno cam- biando anche la “galassia salute”. Le nuove piattaforme trasformano il modo in cui i cittadini e gli operatori sanitari interagiscono quotidianamente; usate in modo corretto rappresentano una nuova opportunità per costruire comu- nità sostenibili e riorientare i compor- tamenti. Miliardi di utenti attraverso Instagram, Facebook, Twitter e You- Tube possono interagire, condividere contributi, creare scambi tra individui e gruppi e costruire una nuova comu- nicazione che prende il nome di Web.2 (Hesse 2012). Internet, app, mobile e gli strumenti del web 2.0 consentono una diffusione tanto rapida quanto ca- pillare di queste conquiste nella “Pro- mozione della salute” con un’evoluzio- ne costante e progressi quotidiani. È molto difficile cristallizzare realtà di- namiche e in continuo aggiornamento come il Web 2.0 e le nuove tecnologie; lo è ancora di più se si desidera far luce sulle loro implicazioni in un universo complesso e delicato come quello della salute e della sua promozione. Grazie al web 2.0 anche i pazienti ri- vendicano un ruolo attivo e chiedono di partecipare alle decisioni che riguar- dano la loro salute Citizen included (Dave de Bronkart 2014). I nuovi protagonisti del mondo del- la salute saranno dunque i cittadini per i quali l’accesso alle tecnologie e alle informazioni cambierà il modo di rapportarsi con gli operatori sanitari e con la ricerca clinica. Ma la strada per soddisfare i bisogni delle persone passa dalla partecipazione: il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale per un’ef- ficace promozione della salute, per an- dare oltre il semplice raggiungimento del pubblico target, per influenzare cambiamenti in maniera sostenibile e arrivare alla co-creation di nuovi com- portamenti (Kite 2016). Giuseppe Fattori Introduzione
  • 3. 35la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE The Circle, James Ponsoldt, 2017 Giuseppe Fattori Salute e Web 2.0 I social media raggiungendo un pub- blico molto ampio possono favorire la riduzione delle disuguaglianze sociali (Ramanadhan 2013) e aumentare l’ef- ficacia dei programmi di promozione della salute che cercano di cambiare i comportamenti (Laranjo 2013). Le piattaforme di social networking han- no aumentato il sostegno tra pari (Farmer 2009) e aiutato popolazioni emarginate e svantaggiate con basso livello di alfabe- tizzazione (Veinot 2009). La partecipazione dei cittadini ai pro- grammi di promozione della salute non è semplice ma se ci riusciamo aumentano le probabilità di successo (Evans 2016).  Con la nascita dei servizi web di se- conda generazione, comunemente noti come web 2.0, è stata fornita una pos- sibilità di interazione e condivisione praticamente illimitata, in special modo grazie all’impiego dei social network (Instagram, Facebook, Twitter, Forum e Blog) e delle tecnologie mobile. Questa rivoluzione tecnologica e infor- mativa ha coinvolto ampiamente anche il campo della salute e della sua promo- zione: la modalità di trasmissione del sapere tra utenti e professionisti si è tra- sformata radicalmente (McDaid 2010). Le innovazioni citate hanno contribui- to alla diffusione dei social media nella promozione della salute. I social media consentono una grande facilità di scam- bio di dati e esperienze riguardanti il proprio stato di salute. È a questo livel- lo del processo che si dovrebbe inseri- re la promozione: ad un cambiamento informativo dettato dalle innovazioni tecnologiche e dalla rete non può non corrispondere un diverso modo di pro- muovere la salute che tenga conto del nuovo scenario. Se l’obiettivo di una campagna di promozione della salute consiste nell’informazione e sensibi- lizzazione degli individui su un proble- ma specifico in modo da creare i pre- supposti necessari alla modifica delle idee e comportamenti è necessario non solo impiegare i messaggi più idonei, ma anche scegliere i canali ed i mez- zi adeguati. Fino ad ora le campagne di promozione in ambito sanitario si sono basate su strumenti tradizionali, senza l’ausilio di nuove tecnologie ad alto coinvolgimento come ad esempio i social media ed applicazioni mobile. È improbabile che lo stesso messaggio riesca a raggiungere efficacemente un target eterogeneo che necessita sempre più di contenuti mirati e coinvolgen- ti. L’uso dei nuovi media, in partico- lare degli strumenti del web 2.0, può aiutare in maniera significativa a rag- giungere efficacemente il pubblico di riferimento; è necessario perciò favo- rire una nuova idea di promozione che tenga conto e valorizzi sinergicamente le grandi potenzialità che la tecnologia ci offre. Occorre riaffermare che l’in- novazione è l’unica strada per riproget- tare una sanità organizzata sulla nuova domanda di salute e di benessere che viene dai cittadini. Entrano in scena nuovi paradigmi nel campo della salute; innovatori pubblici e privati si connettono, si confrontano, dando una dimostrazione concreta di come si deve collocare al centro del si- stema il cittadino con le sue necessità. L’introduzione di internet nel cam- po della salute ha avuto un effetto di- rompente perché ha creato un vero e
  • 4. 36 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier proprio spartiacque tra il concetto di salute classico e quel che oggi potrem- mo chiamare salute 2.0: anche la pro- mozione della salute deve tener conto di questa rivoluzione. Uno dei primi autori che in letteratura ha affrontato l’interessante tematica è stato Kerry E. Evers già nel 2006. Nell’articolo “eHe- alth promotion: the use of the Internet for health promotion” si indaga l’uso di Internet per la promozione della salute ed in particolare sono analizzati i trend di crescita, l’applicabilità generale e le strategie di valutazione per interventi on-line (Evers 2006). Il lavoro di Evers ha gettato le basi per quel che sarebbe stata l’evoluzio- ne della promozione della salute negli anni successivi: si va sempre più verso interventi di promozione della sanità elettronica. Sempre nel 2006 supporta le idee di Evers anche Peter Korp nel- lo studio “Health on the Internet: Im- plication for Health Promotion” che si concentra in particolare sul concetto di empowerment (Korp 2006). Grazie all’avvento di internet si acce- de più facilmente alle informazioni, si creano maggiori contatti sociali e network, il cittadino è più informato sulla propria salute. Non mancano però degli aspetti problematici come il digi- tal divide, la valutazione e l’affidabilità delle fonti, il forte controllo di tecni- ci ed esperti, un eccessivo aumento della medicalizzazione e il salutismo. Il compito di un buon promotore del- la salute perciò, è quello di progettare strategie in grado di rafforzare la capa- cità degli utenti di valutare le diverse fonti di informazione in relazione ai propri interessi e bisogni, piuttosto che in relazione a standard scientifici e/o professionali (Fattori 2016). Con la diffusione di internet dunque entra in scena l’eHealth con l’eHealth Promotion. I programmi che si basano sulla eHeal- th promotion automatizzano le raccolte di dati e garantiscono una maggiore in- terattività e flessibilità. Occorre dunque concentrare gli sforzi nel coniugare la promozione della sa- lute con l’eHealth. In un recente lavoro della commissione della Comunità Eu- ropea si descrive l’eHealth come uno strumento utile sia per i professionisti della salute sia per i pazienti. Parlando di tecnologie di comunica- zione interattiva (Ratzan 2011) stiamo vivendo un’epoca di opportunità mai avute prima. Le cosiddette tecnologie partecipative, come il Web 2.0 e le sue estensioni, devono essere ben sfruttate ed usate sia dai potenziali pazienti sia dagli stakeholder. Grazie alla sempre più crescente salute digitale oggi sia- mo in grado di sviluppare strategie di comunicazione della salute efficaci nel prevenire, soccorrere e supportare i pa- zienti in qualsiasi luogo essi risiedano. Fra tutti gli strumenti introdotti negli ultimi anni, senza dubbio app e social media sono quelli che hanno avuto l’impatto più significativo tanto che, in sanità, si può parlare di un pre e post web 2.0, così come di un pre e post e-Health. Edward Bennett, nel testo “Bringing the Social Media Revolu- tion to Health Care”, è uno dei primi a credere nel potere dei social media nell’Health care (Bennett 2012). Gli ospedali devono fronteggiare e ge- stire questo cambiamento radicale im- parando ad utilizzare questi strumenti di dialogo con le comunità, ridisegnan- do la propria organizzazione, incorag- giando la partecipazione, costruendo una rete di professionisti, condividen- do idee (Aase 2012). Un pioniere nell’uso dei social media in medicina è Bertalan Meskò, fonda- tore di Webicina ed autore di “Social Media in Clinical Practice” (Meskò 2013). Secondo Meskò i social hanno cambiato il mondo dell’Health care. Web 2.0, internet, social media sono rappresentazioni dello stesso concetto: la comunicazione digitale. I social media possono facilitare la co- municazione, l’interazione medico/pa- ziente. L’obiettivo finale non è quello che ogni professionista sanitario diven- ga un blogger o un esperto di Twitter ma che ognuno di essi possa scegliere le piattaforme, gli strumenti, le soluzio- ni che facilitino il proprio e personale flusso comunicativo con i pazienti, con le comunità. Un’importante associazione medica come l’ASCO (American Society of Clinical Oncology), attraverso il suo portale aiuta gli oncologi a compren- dere ed impiegare Twitter, sostenendo l’arricchimento reciproco per quegli specialisti che grazie al social possono meglio confrontarsi con colleghi, pa- zienti e caregiver. Il tema dunque è molto attuale, in spe- cial modo se entrano in gioco le ap- plicazioni mobile, negli ultimi tempi, protagoniste nel campo dell’eHealth. La flessibilità, l’innovatività e la faci- le integrazione con tutti i dispositivi portatili (smartphone, tablet) le ha rese cardini del nuovo concetto di salute elettronica. In una stessa app troviamo prevenzione e salute; la “mobile health” non è più semplicemente un fenomeno, ma una realtà con la quale ci si deve confron- tare in una società che ha scoperto le incredibili potenzialità di smartphone e tablet e non ne vuole (e forse non può) più farne a meno.
  • 5. 37la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE La proliferazione degli smartphone, dunque, ci sta abituando all’idea che per tutto ci sia una App. Nella lettera- tura internazionale si studia l’utilizzo delle applicazioni per mobile nell’am- bito della lotta al fumo e all’abuso di alcol, del contrasto alla diffusione dell’HIV/AIDS (Fattori 2019) nel so- stegno alla corretta alimentazione e all’attività fisica. Secondo l’articolo “Health-Promoting Apps a Content Analysis” di Barrett, West, Hanson e Barnes, le app rappresentano, dunque, un aiuto concreto anche nella promo- zione della salute (Barret 2011). Le app disponibili oggi nell’area sa- lute si suddividono principalmente in cinque macro-aree: dieta, esercizio fi- sico, salute e cura personale, sessualità e disturbi del sonno. Tutte le applica- zioni secondo gli autori permettono una maggior diffusione di informazio- ni fra la popolazione e rendono inclini gli utenti all’attuazione di determinati comportamenti. Accanto a ricerche che suggeriscono l’uso delle app e guardano ad esse in maniera positiva, non mancano tuttavia studi che mostrano alcune criticità. Un articolo pubblicato dal Journal of Me- dical Internet Research “There’s an app for that: content analysis of paid health and fitness apps” ha analizzato alcune applicazioni per smartphone dedica- te alla salute, in particolare al fitness, provando a fare il punto sul potenziale impatto di ciascuna nel cambiamento dei comportamenti. Uno sguardo cri- tico che sottolinea come poche appli- cazioni siano sviluppate rispettando le più consolidate teorie di promozione della salute (West 2012). Alla fine degli anni novanta si comin- ciarono a comprendere le potenzialità di internet; oggi le aziende sanitarie, ospedaliere, gli istituti di ricerca, do- vrebbero presidiare i “luoghi” in cui pazienti si confrontano, si informano, si supportano, abbracciando ed affron- tando la rivoluzione social. A questo ulteriore livello la strategia diventa punto focale. I social media sono strumenti basati su Internet che nascono e sfruttano le pre- messe ideologiche e tecniche del Web 2.0 e che permettono la produzione e lo scambio di “user generated content” (Kaplan 2010). Adattarsi ai cambia- menti diventa essenziale, in special modo se parliamo di salute. Va ricono- sciuta la complessità delle interazioni, delle comunicazioni e le implicazioni che si possono generare attraverso il contatto diretto dei professionisti della sanità con l’utente/paziente. Con l’unione tra Web 2.0 e salute, si viene a creare un nuovo settore di ri- cerca, nel quale la promozione della salute gioca un ruolo centrale. Considerata la complessità dell’argo- mento l’intento è quello di tracciare e descrivere un percorso che parte dal concetto di promozione della salute e termina nell’eHealth passando per il Web 2.0 ed i social media. Per parlare di Promozione della Salute e di suoi sviluppi dobbiamo prima defi- nire le competenze che tutti coloro che desiderano operare nel settore devono possedere. In tale direzione, il progetto Develo- ping Competencies and Professio- nal Standards for Health Promotion Capacity Building in Europe (Com- pHP) che vede la partecipazione di 24 paesi in tutto il mondo coordinati dall’Ufficio Europeo dello IUPHE, si pone come obiettivo l’individuazione delle competenze di base degli opera- tori (sanitari e non) per la promozione della salute (Speller 2016). Il progetto Black Mirror, Netflix 2012
  • 6. 38 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier propone alcuni obiettivi rilevanti per lo sviluppo professionale del settore della Promozione della Salute e ne presenta gli standard professionali. Il documen- to descrive i programmi, le politiche e altri interventi di promozione della sa- lute. I valori etici sono fondamentali per le azioni in Promozione della salute e formano il contesto in cui tutte le al- tre competenze vengono praticate. Essi includono: equità, giustizia sociale, rispetto per l’autonomia e la scelta di individui e di gruppi di processi di la- voro che si basano sulla collaborazione e consultazione. I nove standard indivi- duati dal Progetto CompHP sono: - Favorire il cambiamento di com- portamento attraverso l’empower- ment e la partecipazione del cittadino - Migliorare la salute e il benessere facilitando comunità e gruppi ad ar- ticolare le loro esigenze e sostenere lo sviluppo di politiche e procedure in tutti i settori che hanno un impat- to positivo sulla salute - Mediare attraverso il partenaria- to, costruire partnership di successo attraverso il lavoro collaborativo e facilitare lo sviluppo e la sostenibi- lità delle coalizioni e reti per l’azio- ne di promozione della salute - Comunicare azioni di promozione della salute attraverso tecniche e tecnologie adeguate per un pubblico eterogeneo - Leadership, attraverso il lavoro con i portatori di interesse per con- cordare una visione condivisa e una direzione strategica - Analizzare i bisogni e le risorse in collaborazione con gli stakeholder, nel quadro dei determinanti politici, economici, sociali, culturali, am- bientali, comportamentali e biologici - Pianificare attraverso lo sviluppo di obiettivi di promozione della sa- lute misurabili e obiettivi basati sul- la valutazione delle esigenze e delle attività in collaborazione con le par- ti interessate. Mobilitare, sostenere e coinvolgere la partecipazione dei soggetti interessati nella pianifica- zione di azioni di promozione della salute - Attuare azioni efficaci ed efficienti in collaborazione con le parti inte- ressate - Valutare l’impatto e l’efficacia del- le azioni di promozione della salute. Nella promozione della salute i social media possono essere utilizzati come medium per favorire l’empowerment del cittadino, migliorare la salute ed il benessere, mediare attraverso il parte- nariato, comunicare, analizzare/racco- gliere dati, attuare, valutare e ricercare.
  • 7. 39la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Ready Player One, Steven Spielberg, 2018 Giuseppe Fattori Dai Social Network ai Social Media La storia dei social network inizia molto prima di internet; il lavoro di Eulero e la sua teoria dei grafi che sta alla base dell’intera teoria delle reti di oggi risa- le al 1736. La rete sociale è costituita da un gruppo di persone connesse tra loro attraverso legami di differente na- tura (affettivi, professionali, religiosi, ecc…). Da questi primi studi i social network non hanno mai smesso di svi- lupparsi; con gli inizi degli anni 2000 ecco apparire sulla scena i primi servizi collaborativi quali Wikipedia, YouTube e Facebook. Il Web 2.0 stava sorgendo dalle ceneri della crisi del 2001. A parti- re dai primi anni del nuovo millennio, la timeline dei social network corre velocis- sima: nel 2003 viene introdotto LinkedIn, nel 2004 va on-line Facebook, nel 2005 YouTube, nel 2006 apre i battenti un ser- vizio di microblogging minimalista come Twitter, nel 2010 Instagram. La modalità di interazione in rete (profilo, collegamento o amicizia, messaggio, sta- tus, commento ecc…) si è affermata velo- cemente divenendo lo standard con cui le persone si sono abituate ad interagire. Compiendo un passo in avanti i Social Network sono uno degli elementi cardine di una “rivoluzione” di più ampio respiro che va incasellata sotto il nome di Social Media. Con questo termine si intende un gruppo di tecniche e norme di creazione e condivisione di contenuti on-line. È un mutamento dei ruoli: i fruitori diventano anche produttori di contenuti. Gestire al meglio i social media significa elaborare campagne digitali multicanale con social media, siti web, app, mobile, tecnologia indossabile dove i social media si integrano con gli strumenti di comunica- zione tradizionale. Cerchiamo di definire l’ambito di azione e conoscere i social media più in uso oggi. Social media I social media sono una costellazione di strumenti e tecnologie che consentono conversazioni peer-to-peer e co-crea- tion. Ciascuno di questi strumenti ha ca- ratteristiche diverse e trova applicazioni differenti rispetto alla promozione della salute. A tale scopo i social media sono stati di- stinti in (De Angelis 2018): - progetti collaborativi come wiki- pedia: sono siti Web che consentono agli utenti di aggiungere, rimuovere e modificare il contenuto basato su testo e abilitare la creazione con- giunta e simultanea di contenuti da parte di molti utenti finali”; - community di contenuti come Youtube, Instagram e Podcast: permettono agli utenti di condividere contenuti multimediali come video, fotografie e audio; - blog e microblogging come Twitter: sono siti Web specifici che forniscono informazioni in formati diversi, parti- colarmente apprezzati dalle reti pro- fessionali; - social network come facebook: sono applicazioni che consentono agli utenti di connettersi creando profili di informazioni personali, in- vitando amici e colleghi ad accedere a tali profili e inviando messaggi di posta elettronica e messaggi istanta- nei tra loro; - mondi virtuali come second life: sono piattaforme che replicano un ambiente tridimensionale in cui gli utenti possono apparire sotto forma
  • 8. 40 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier di avatar personalizzati e interagire l’un l’altro come nella vita reale; - forum di discussione: permettono ai partecipanti di conversare usando messaggi postati; sono stati consi- derati una forma di social media in quanto incorporano contenuti gene- rati dagli utenti. I social media non sono soltanto mez- zo di intrattenimento, ormai fanno parte della nostra vita. Occorre perciò adotta- re un approccio professionale ai social e darsi una social media strategy. Le social media strategy possono essere ricondotte dentro alcune tipologie più comuni: - Le strategie di presidio che mirano a stabilire una presenza dell’azien- da il più ampia e massiccia possibi- le in termini contenutistici e senza una scadenza prefissata. Si tratta di strategie dispendiose in termini sia economici che di risorse (personale dedicato ecc…). Le strategie di pre- sidio, una volta adottate, richiedono un sistema di metriche innovativo e preciso per calcolare il ROI (Return on Investiment). Un servizio come Facebook si presta bene allo svilup- po di una strategia di questo tipo. - Le strategie di promozione sono quelle intraprese dalle aziende a supporto di un lancio di una cam- pagna o di una iniziativa. Sovente tali strategie vengono supportate da un rilevante investimento in media. Sono strategie mirate ed hanno limiti temporali. - Le strategie di progetto hanno sem- pre un carattere di temporaneità ma sono meno limitate ad uno specifico soggetto/argomento. L’organizza- zione tende a lavorare sullo specifico obiettivo da conseguire. Le strategie progetto perché abbiano successo devono rivolgersi alla community adatta. - Le strategie di ascolto rappresenta- no la via per quelle aziende che per scelta o attendismo hanno deciso di confrontarsi con i social solo in fase “passiva”. I limiti delle strategie di solo ascolto sono palesi poiché esse non sfruttano i social per la comuni- cazione. In ogni caso non precludo- no la possibilità di intervento in un secondo momento e rappresentano un’opzione che se gestita bene può rivelarsi utile. Nella promozione della salute non si potrà prescindere da indicazioni precise per determinare gli obiettivi strategici. L’importanza di stabilire priorità e obiettivi è sottolineata anche da Lee Aase della Mayo Clinic Center for So- cial Media nei sette punti da tener pre- senti per una strategia sui social media (Aase 2012): 1. Iniziare da priorità e obiettivi; 2. Acquisire familiarità con gli stru- menti; 3. Avviare una strategia dall’osserva- zione e dall’ascolto; 4. Chiedere aiuto; 5. Prestare attenzione alle norme della community; 6. Non essere sopraffatti dai puristi; 7. Ricordarsi che la pianificazione è più importante dei piani. I social media cambiano il modo di co- municare e gli obiettivi organizzativi devono essere riprogettati per coinvol- gere le persone. Inoltre, la scelta del tar- get di riferimento influenzerà la scelta del canale. Dedicare tempo allo svilup- po e al mantenimento della presenza sui social media sarà improduttivo se non si decide come usare il canale scelto. In particolare dobbiamo definire gli obiettivi (ad esempio promuovere l’a- zienda o creare una presenza online per- sonale) e progettare una buona strategia in base ai nostri bisogni: per brevi con- versazioni ad esempio si può utilizzare Twitter, per condividere invece opinio- ni, saggi, presentazioni è meglio usare un blog. Alcune importanti indicazioni (Meskò 2012): - Non mescolare vita professionale e personale on-line; - Essere aperti alle discussioni; - Comunicare come si farebbe nella vita reale; - Essere coerenti; - Mettere sempre impegno e rigore in- tellettuale. Social media e promozione della salute Le linee guida del CDC di Atlanta pro- pongono l’uso innovativo del Social Media nella promozione della salute. In tale direzione i social media e le tecno- logie di comunicazione mobile favori- scono: - l’immediatezza dell’informazione; - la condivisione di contenuti con i partner; - la personalizzazione dei messaggi; - la facilità di integrazione fra Enti ed Istituzioni diverse; - un sostegno verso la scelta di adotta- re comportamenti salutari. I social media non eliminano le disparità tra gruppi ma possono ridurre le disugua- gliane dovute al digital-divide e ai di- versi livelli di alfabetizzazione sanitaria (Bodie 2008) grazie al il basso costo e alla crescente diffusione di Internet. Piattaforme popolari come Facebook In- stagram o Twitter hanno permesso a una miriade di nuove voci di emergere nel- la sfera sociale dei media in cui singoli individui possono essere presenti come grandi aziende, ricercatori e governi.
  • 9. 41la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE L’evoluzione dei media introduce nuove problematiche dovute alla veridicità dei dati, alle fakenews e alla privacy. I promotori della salute non possono più basare la loro autorevolezza soltan- to sulla posizione sociale, i social media offrono al pubblico mezzi uguali o mag- giori dei professionisti per agire su que- stioni controverse come le vaccinazioni o le medicine alternative. Integrando il web 2.0 nelle dinamiche di promozione della salute, l’aspetto della valutazione risulta rilevante. In fase di programmazione si dovrebbe stabilire il motivo per il quale si intende utilizzare quel determinato social e riconoscere il contributo che questo ultimo può offrire nell’adozione di stili di vita salutari. Nonostante l’uso crescente dei social media, dobbiamo fare ancora molta strada sull’appropriatezza nel loro uso per promuovere la salute e sulla loro va- lutazione. Per approfondire questa dimensione sono stati valutati (Neiger 2012): - gli scopi dei social media nella pro- mozione della salute; - i potenziali KPI (Key Performance Index) associati a questi scopi; - le metriche di valutazione per i so- cial media relativi ai KPI. Her, Spike Jonze, 2013
  • 10. 42 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier Ready Player One, Steven Spielberg, 2018 Giuseppe Fattori Esperienze I social media hanno una grande diffu- sione, tuttavia la rapidità dei cambia- menti rende difficile la loro valutazione nelle tematiche complesse della salute pubblica. Abbiamo selezionato progetti che, cia- scuno per le sue peculiarità, adottassero i social media nella promozione della salute su piattaforme diverse ma sempre collegati a obiettivi di salute pubblica partecipata: - Social Networking Technologies as an Emerging Tool for Hiv Preven- tion (Young 2013) Affrontare le popolazioni a rischio tra gli utenti di Internet è particolarmente importante perché coloro che cercano il sesso su Internet possono essere più esposti al rischio di Hiv. Questo inter- vento di 12 settimane ha dimostrato che i partecipanti che hanno ricevuto infor- mazioni sulla prevenzione dell’HIV via Facebook avevano più probabilità di richiedere il test HIV rispetto a coloro che avevano ricevuto informazioni sulla salute in generale. Questi interventi, at- traverso la figura di peer della comunità on line, hanno consentito l’incremento dell’uso del preservativo e la diminu- zione dei rapporti non protetti. Le co- munità sui social network sono conside- rate strumenti efficaci per aumentare la richiesta del test HIV tra le popolazioni a rischio. - Obesity in the New Media: a con- tent analysis of obesity videos in YouTube (Yoo 2012) Sul tema obesità, a partire da Marzo 2010, sono stati trovati più di 12.000 vi- deo e i più popolari tra questi sono sta- ti visualizzati più di 9 milioni di volte dagli utenti di YouTube. La ricerca sul sito YouTube è stata fatta attraverso le parole-chiave “obesità” e “obeso” nel marzo 2010. Le ricerche attraverso la parola-chiave “obesità” hanno prodotto 38.000 risultati, mentre quelle con la pa- rola “obeso” 37.500. Le persone obese sono associate a caratteristiche negative molto più di quelle normopeso e sono soggette a molti più giudizi negativi e o stigmatizzazioni. In ogni singola ca- tegoria di video di YouTube l’alimen- tazione non salutare e uno stile di vita sedentario sono stati raffigurati come le principali cause dell’obesità. I video stessi, in tutti i diversi format, hanno quindi consigliato come migliore soluzione per contrastare l’obesità quel- la di modificare i comportamenti indi- viduali (fare attività fisica o mangiare sano). - Remote and web 2.0 interventions for promoting physical activity (Foster 2013) Svolgere attività fisica in quantità in- sufficiente comporta un aumento del ri- schio di malattie croniche, di problemi fisici e mentali. La pratica di un’attività fisica regolare dovrebbe essere un obiet- tivo per tutti gli adulti e può produrre benefici sia sul piano sociale che fisico ed emozionale. Da un totale di 11 studi sono stati reclutati 5862 adulti apparen- temente in buona salute, ed è emerso che l’uso delle tecnologie è apprezzato per supportare gli adulti a diventare più attivi, raggiungere il carico di attività settimanalmente raccomandato o essere più in forma. I cambiamenti possono es- sere ottenuti con l’aiuto proveniente da
  • 11. 43la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE un professionista e attraverso un perso- nale supporto via telefono, e-mail o in- formazione scritta. - An online community improves adherence in an internet-media- ted walking program. Results of a randomized controlled trial (Ri- chardson 2012) Gli interventi di promozione della sa- lute tradizionali non possono produrre miglioramenti negli stili di vita della popolazione quanto gli interventi basati sull’uso di Internet, che invece possono essere ampiamente diffusi a un costo ri- dotto. Le comunità online, come quelle per i programmi di cammino, permettono ai partecipanti di comunicare tra loro in- viando e leggendo i messaggi. Tutti i partecipanti (n = 324) hanno in- dossato il contapassi per le 16 settimane e hanno caricato i dati on line. Il ricorso alla comunità on-line per un programma di cammino con l’uso di Internet non ha aumentato in media il numero dei passi contati, ma ha ridotto l’abbandono da parte dei partecipanti. Le comunità online possono essere un approccio promettente per ridurre l’ab- bandono di attività di salute, in partico- lare nelle popolazioni con basso suppor- to sociale. Web 2.0 and beyond: risks for sexual- ly transmitted infections and oppor- tunities for prevention (Cornelis 2009) La continua crescita di Internet come mezzo di comunicazione ha avuto im- portanti implicazioni anche sulla tra- smissione e la prevenzione delle infe- zioni sessualmente trasmissibili (IST). Lo scopo di questa revisione è quello di descrivere i recenti sviluppi in un cam- po in rapida evoluzione. Il punto di incontro tra Internet e le ma- lattie sessualmente trasmissibili (MST) è descritto in tre prospettive: Internet come ambiente di rischio, un luogo in cui possono essere reclutati partner sessuali; Internet come un luogo in cui possono essere eseguiti interventi di prevenzione di salute pubblica finaliz- zate alla prevenzione di malattie ses- sualmente trasmissibili ed HIV; Inter- net come un ambiente di lavoro sempre più importante per tutte le discipline di prevenzione MST. La revisione mette in luce i recenti sviluppi ed identifica potenziali strade per la ricerca futura. L’interattività crescente di Internet, in particolare i siti social networking che consentono agli utenti di condividere da vicino quantità illimitate di infor- mazioni personali con i loro coetanei in rete, incrementa il potenziale di Internet come ambiente sia per il rischio di IST sia per la sua prevenzione. - Smoking cessation support deli- vered via mobile phone text mes- saging (txt2stop): a single-blind, randomised trial (Free 2011) Programmi di disassuefazione dal fumo basati su messaggi di testo da telefono cellulare possono incrementare la di- smissione dal fumo nel breve termine. I fumatori disposti a fare un tentativo per smettere (5800), sono stati assegnati a un gruppo di controllo in modo casuale, utilizzando un sistema di randomizza- zione telefonica indipendente: il pro- gramma per la cessazione dal fumo è stato chiamato txt2stop. I messaggi in- viati erano di carattere motivazionale e comportamentale. In base ai risultati ottenuti ne consegue che il programma di cessazione tabagica txt2stop ha migliorato significativamen- te i tassi di dismissione in un periodo di 6 mesi e può essere incluso nei servizi che mirano alla disassuefazione dal ta- bacco. - Youth drinking cultures, social networking and alcohol marke- ting: implications for public health (McCreanora 2013) Milioni di post in bacheca, profili e foto che girano sull’alcol giocano un ruolo importante nella normalizzazione del bere alcol all’interno della vita e della cultura dei giovani. I Social Network possono essere utilizzati in positivo in sanità, per incoraggiare i giovani bevi- tori a cambiare le loro pratiche in modo responsabile. Gli utenti dei Social Network da un lato possono beneficiare della creazio- ne e condivisione di contenuti, dall’al- tro rappresentano un bersaglio di facile raggiungimento da parte dei venditori di alcolici. Le caratteristiche che rendono popolare i Social Network, non regola- mentati e probabilmente incontrollabili, avvicinano sempre di più i produttori di alcol ai consumatori. - Social Media and Organ Donor Registration: The Facebook Effect (Cameron 2013) Uno studio pubblicato sull’ American Journal of Transplantation da ricercatori della Johns Hopkins University di Bal- timora ha dimostrato che Facebook ha effettivamente sensibilizzato i cittadini sulla donazione degli organi. Il 1° maggio 2012, il social network Fa- cebook ha modificato la sua piattaforma per consentire ai membri di specificare lo status Organ Donor sul proprio profilo. Tale scelta è stata condivisa sulla pagina degli amici tramite notifica ed il tutto è stato arricchito con l’invio di link educa- tivi sulle tematiche della donazione.
  • 12. 44 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier Il primo giorno dell’iniziativa “Organ Donor” su Facebook, si è registrato un aumento del numero effettivo di nuovi donatori di ben 21,1 volte passando da una media di 616 registrazioni giorna- liere a 13054. Complessivamente nel periodo di osservazione (lo studio è du- rato 13 giorni) ci sono state 39818 regi- strazioni, delle quali 32958 attribuibili all’effetto Facebook. Nuove applicazioni tramite social me- dia possono dunque rivelarsi efficaci nell’incremento dei tassi di donazione di organi e allo stesso modo potrebbero essere utilizzate in altri campi di salute pubblica in cui la comunicazione e l’e- ducazione risultino essenziali. - “Too Young To Drink”. An inter- national communication campai- gn to raise public awareness of fetal alcohol spectrum disorders (Bazzo 2017) Prenatal exposure to alcohol can cause a range of lifelong physical, behavioural, and intellectual disabilities, collectively known as fetal alcohol spectrum disor- ders (FASDs). FASD is recognized to be an international public health problem. Increasing awareness about the risks of drinking during pregnancy is considered the first step towards FASD prevention. They Have organized an international awareness campaign, called ‘Too Young to Drink’(Fig. 1) . The campaign used theoretical models of social marketing applied to heal- th promotion. The approach aimed to spread information among the general population, sharing ideas and using the power of the Internet and social me- dia. The launch followed the methods of ‘guerrilla marketing’. Social media, mainly Facebook and Twitter, were the driving force to the diffusion of the campaign. Findings from the campaign ‘TooYoung to Drink’ showed that it was possible to develop and carry out an internatio- nal action to raise public awareness of FASD, using social marketing strategies and social media to spread materials and information on the issue, with a low bu- dget and in different cultures. - L’allattamento al seno con Start- 4Life su Amazon Alexa (Public He- alth England) In Inghilterra i tassi di allattamento al seno sono tra i più bassi del mondo. I tre quarti delle donne iniziano l’allat- tamento al seno quando nasce il loro bambino, purtroppo tra la sesta e ottava settimana questo scende al 44%.  Le mamme sostenute opportunamente allattano più a lungo. Il programma Public Health England’s Start4Life prevede un sostegno per i genitori in modo che adottino compor- tamenti sani. Per la prima volta è disponibile anche con il servizio vocale di Amazon Alexa. Le madri possono chiedere ad Alexa (Fig.2) una serie di domande sull’allatta- mento al seno e le risposte saranno fornite su misura per il loro bambino. Ciò signifi- ca che possono ricevere consigli utili an- che attraverso comandi vocali. Un’indagine ha evidenziato che l’accesso di 24 ore al giorno per 7 giorni alla setti- mana ad un supporto per l’allattamento al seno attraverso una linea telefonica, un sito Web o un chatbot determinerebbe: - maggiori probabilità di avere un’espe- rienza positiva durante l’allattamento - più probabilità di decidere di provare l’allattamento al seno (59%) - allattare più a lungo (58%) Figura 1 - Too Young to Drink 2017
  • 13. 45la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Figura 3 - Greta Thumberg 2018 https://www.youtube.com/watch?v=VFkQSGyeCWg (Last accessed August 30, 2019) - #FridaysForFuture “La nostra casa è in fiamme” #FridaysForFuture (Fig.3) è un tema molto presente sui social media, i gio- vani hanno utilizzato Instagram, Face- book, Twitter e YouTube per sostenere la loro causa.  I social media hanno fa- cilitato la conoscenza del cambiamento climatico e la mobilitazione degli attivi- sti fornendo le piattaforme per discutere e condividere. La capacità di queste piattaforme di dif- fondere video, immagini e testo e di es- sere in rete hanno permesso la creazione di un movimento mondiale. I ragazzi hanno chiesto di intensificare le azioni per affrontare i cambiamenti climatici a livello globale e hanno usato i social media per promuovere attività offline. I social media sono in grado di dare vi- sibilità alle questioni sociali e avere un effetto concreto sull’opinione pubblica. Il Global Strike For Future, si è svolto venerdì 15 marzo 2019, con l’adesione di circa 90 di Paesi e più di 1.325 città. Figura 2 - Start4life. Breastfeeding help and support 2018 La rivoluzione tecnologica (e sociale) Tramite i social media le relazioni umane, le conversazioni e le infor- mazioni superano le barriere spazio-temporali: oltre alla rivoluzione tecnologia siamo di fronte ad una rivoluzione sociale. Un mondo nuovo da conoscere e da interpretare; al di là degli ostacoli che si oppongono all’innovazione vediamo le enormi opportunità per i social media e la promozione della salute. Il nuovo professionista della salute sta assistendo alla più importante ri- voluzione di tutti i tempi; cambiano le regole, le gerarchie, le competen- ze. Tutto a una velocità sorprendente. Il Dr. Google sta cambiando il rapporto medico paziente ed i rapporti tra cittadini. I promotori della salute tramite i social media possono sviluppare strate- gie per coinvolgere il pubblico e favorire l’apprendimento (Norman 2009). Anche quando i social media sono efficaci nel produrre risultati positivi per la salute dobbiamo continuamente seguirne l’evoluzione e cambiare l’approccio degli operatori e dei responsabili politici per adattarci a que- ste nuove realtà. Tutti i settori della società sono coinvolti e abbiamo an- che visto che i promotori della salute stanno definendo quali competenze e valori adottare a livello internazionale. Nelle storie precedenti abbiamo descritto esperienze di social media per la promozione della salute. Oggi abbiamo un nuovo alleato, un protagonista che vuole sedersi al ta- volo delle “regole” per contribuire a definire il suo futuro, I l paziente Dave che ci dice “niente su di me senza me”; il cittadino competente è in- teressato a partecipare alla ricerca e alla prevenzione “Citizen included”.
  • 14. 46 la Salute umanan° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier Matrix, Andy e Larry Wachowski, 1999 Giuseppe Fattori Bibliografia Aase, L., Goldman, D. (2016). Bringing the Social media Revolution to Health Care. Mayo Foundation for Medical Education And Rese- arch. Retrieved September 2019 from: https:// cdn.prod-carehubs.net/n1/73faa102fe023137/ uploads/2015/05/Bringing-the-Social-Me- dia-Revolution-to-Health-Care.pdf Adel, I., Ansary, E. (1974). Towards a Defini- tion of Social and Societal Marketing. Journal of the Academy of Marketing Science, 2(1- 4):316-321. Bazzo, S., Black, D., Mitchell, K., Marini, F., Moino, G., Riscica, P., Fattori, G. (2017). Too Young To Drink. An international communi- cation campaign to raise public awareness of fetal alcohol spectrum disorders. Public Heal- th, 142, 111-115. Bodie, G., Dutta, M.J. (2008). Understanding health literacy for strategic health marketing: ehealth literacy, health disparities, and the digital divide. Health Marketing Quarterly, 25,175–203. Cameron, A. M., Massie, A. B., Alexander, C.E., Stewart, B., Montgomery, A. R., Be- navides, N. R., Fleming, G. D., Segev, D. L. (2013). Social Media and Organ Donor Regi- stration: The Facebook Effect. American Jour- nal of Transplantation, 13: 2059-2065. Centers for Disease Control and Prevention (CDC). (2011). The Health Communicator’s Social Media Toolkit. Retrieved september 2019 from: https://www.cdc.gov/socialmedia/ tools/guidelines/socialmediatoolkit.html De Angelis, G., Wells, G.A., Davies, B., King, J., Shallwani, S.M., McEwan, J., Cavallo, S., Brosseau, L. (2018). The use of social media among health professionals to facilitate chro- nic disease self-management with their patien- ts: a systematic review. Digit Health, 4,1–13. DeBronkart, D. (2019). Remember the patien- ts. BMJ, 18, 365:l1545. Evans, W.D. (2016). Social Marketing Rese- arch for Global Public Health: Methods and Technologies. London, UK: Oxford Universi- ty Press. Evers, K.E. (2006). eHealth Promotion: The Use of the Internet for Health Promotion. American Journal of Health Promotion, 4, 1-14:suppl 1-7. Farmer, A.D., Bruckner Holt, C.E., Cook, M.J., Hearing, S.D. (2009). Social networking sites: a novel portal for communication. Post- graduate Medical Journal, 85(1007):455-459. Fattori, G., Artoni, P., Tedeschi, M. (2009). Choose Health in Food Vending Machines: Obesity Prevention and Healthy Lifestyle Promotion in Italy. In H. Cheng, P. Kotler, N. Lee (Eds). Social Marketing for Public Health: Global Trends and Success Stories (pp. 149- 170). Jones and Bartlett Publishers. Fattori, G. (2016). Social media e promozione della salute. Kindle Edition. Fattori, G., Bazzo, S., Daghio, M., Cavazzuti, P. (2019). Social media and people with HIV: results from an Italian survey. Recenti Prog. Med, 110 (2): 86-88. Foster, C., Richards, J., Thorogood, M., Hillsdon, M. (2013). Remote and web 2.0 interventions for promoting physical acti- vity. Cochrane Database of Systematic Re- views. Retrieved September 2019 from: https://www.cochranelibrary.com/cdsr/ doi/10.1002/14651858.CD010395.pub2/full Free, C., Knight, R., Robertson, S., Whitta- ker, R., Edwards, P., Zhou, W., Rodgers, A. (2011). Smoking cessation support delivered via mobile phone text messaging (txt2stop): a single-blind, randomised trial. The Lancet, 378, 49-55. Freire, P. (2018). Pedagogy of the Oppressed: 50th Anniversary Edition. Bloomsbury Aca- demic. Griffiths, J., Blair-Stevens, C., Thorpe, A. (2008). Social marketing for health and spe- cialised health promotion. London: National Social Marketing Centre. Hasman, L. (2011). An Introduction to Con- sumer Health Apps for the iPhone. Journal of Consumer Health on the Internet, 15(4):322- 329. Hastings, G., Domegan, C. (2018). Social Marketing: Rebels with a Cause. Oxford, UK: Routledge.
  • 15. 47la Salute umana n° 277 - 2020 gennaio - marzo Dossier SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Hesse, B.W., O’Connell, M., Augustson, E.M., Chou, W-Y.S., Shaikh, A.R., Rutten, F. (2011). Realizing the promise of web 2.0: engaging community intelligence. Journal of Health Communication, 16:sup 1, 10-31. Kaplan, A.M., Haenlein, M.  (2010). Users of the world, unite! The challenges and op- portunities of Social Media. Business Hori- zons, 53(1): 59–68. Kite, J., Foley, B.C., Grunseit, A.C., Free- man, B. (2016). Please like me: Facebook and public health communication. PLoS One, 15;11(9):e0162765. Korp, P. (2006). Health on the Internet: impli- cations for health promotion. Health Educa- tion Research, 21, 78-86. Kotler P., Zaltman G.  (1971). Social marke- ting: an approach to planned social change. Journal of Marketing, 35, 3-12. Laranjo, L., Arguel, A., Neves, A.L., Galla- gher, A.M., Kaplan, R., Mortimer, N. (2015). 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  • 16. 277 gennaio - marzo 2020 SOCIAL MEDIA E PROMOZIONE DELLA SALUTE Salute e Web 2.0 Dai Social Network ai Social Media Esperienze Social media: la via da seguire o una perdita di tempo per i medici? L’efficacia del Web 2.0 e dei Media Sociali (Social Media) per comunicare la Salute Sezione COVID-19 Da Salute Internazionale To advocate: sostenere la comunità per il miglioramento della salute PosteItalianeS.p.A.-SpedizioneinA.P.-D.L.353/2003(conv. inL.27/02/2004n.46)art.1,comma1,C1/PG/1100 Rivista trimestrale di promozione ed educazione alla salute ISSN 0391-223X
  • 17. Questo numero è composto da due Sezioni. La Sezione I è dedicata al Covid-19 e contiene analisi e commenti tratti da Salute Internazionale.info, coordinato da Gavino Maciocco. Le riflessioni sue e dei suoi collaboratori, distinte per la ricchezza, sensibilità e profondità, ci sollecitano interrogativi: “Quale SSN dopo la pandemia da Coronavirus? Quale società?” “Non era mai accaduto che il mondo improvvisamente si fermasse a causa della circolazione di un virus. Il quale ci ha ricordato che il mondo non è così controllabile, come credevamo. Il quale ci ha fatto scoprire molto più fragili e indifesi di quanto pensassimo. Speriamo di uscirne migliori”. Nella seconda Sezione il Dossier programmato con Giuseppe Fattori “Social Media e Promozione della Salute” che contiene i documenti sui quali Fattori, presidente del Coordinamento nazionale Marketing Sociale e docente all’Università di Bologna, ha scritto e reperito collaborazioni e materiale. La rivoluzione digitale porta con sé novità e trasformazioni che stanno cambiando anche la “galassia salute”. Le nuove piattaforme trasformano il modo in cui i cittadini e gli operatori sanitari interagiscono quotidianamente; usate in modo corretto rappresentano una nuova opportunità per costruire comunità sostenibili e riorientare i comportamenti. LA SALUTE UMANA pubblicata a cura del CENTRO SPERIMENTALE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E L’EDUCAZIONE SANITARIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA tel. 075 585.7357 / http://cespes.unipg.it EDIZIONE E DIFFUSIONE Cultura e Salute Editore Perugia Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 28166 € 20,00Stampa Grafox srl Perugia - aprile 2020