Katalin Karikó pensò di avere avuto un’ottima idea, di quelle con il potenziale per rivoluzionare la medicina, ma si sentì dire “no” per l’ennesima volta dai suoi colleghi e da chi avrebbe potuto finanziare la sua ricerca. Erano i primi anni Novanta, aveva quasi 40 anni e si era trasferita negli Stati Uniti dall’Ungheria, dove aveva studiato biochimica. Aveva dedicato buona parte dei propri studi a come sfruttare i metodi utilizzati dalle cellule per produrre migliaia di proteine con funzioni diverse tra loro, applicando lo stesso concetto al funzionamento dei farmaci.
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Giuseppe Fattori
onto Medici per l'ambiente - A cura di ISDE Modena in collaborazione con "Marketing sociale". Newsletter N°34 |